

IL CESENA PALADINO CONTRO LA SUPERLEGA
“Altro che Superlega!”, titolava in prima pagina la Gazzetta dello Sport l’indomani del turno di coppa Italia che aveva visto il Cesena sconfiggere a sorpresa 3-1 la Roma di Totti e Fonseca. “Parlano di Superlega, – scriveva nel suo editoriale di Candido Cannavò” – sono piene di stranieri, sognano un campionato tra le metropoli d’Europa, si dichiarano stufe di dove arricchire stadi di provincia con la loro presenza, proclamano con spocchia che l’attuale modello del nostro calcio è da cambiare, ricchi con ricchi, poveri con poveri, poi arriva il primo turno di coppa Italia e che cosa succede? Che nel giro di pochi minuti il Parma è annichilito dal Pescara, la Roma è infilata a Cesena (…). Da incalliti romantici, rendiamo onore a Pescara e Cesena per le loro imprese che tengono vivi il fascino e le piccole glorie della provincia”.
Appunto “incalliti romantici”, perché la favola del “povero” Cesena non andò oltre quella sera dell’agosto 1996 quando Ponzo tenne testa al giovane Totti e gli spettacolari gol di Hubner e Agostini eliminarono la Roma. Il sogno di tornare in serie A, grazie alle reti dei due bomber più prolifici nella storia del Cavalluccio, si rivelò velocemente un incubo con la retrocessione, dopo 30 anni, in serie C. Altri 30 anni sono ormai trascorsi da quella partita e oggi il Cesena, tra alti e bassi, si ritrova ancora in C, mentre la Superlega continua ad essere “uno spettro che si aggira per l’Europa” (ipse dixit).
















